Alloooora ragazze ^^
Non sapevo bene dove postarlo, ma credo che qui vada bene U.U è il "mini-racconto" che Licia ha scritto e che è stato messo sul diario (scolastico XD) della Smemo 2013 ^^
Ne ha messo uno anche su quello dell'anno scorso (che ho letto) ma ho il diario della Comix quindi non l'ho potuto copiare...
Però visto che ho un po' di tempo ho copiato questo
(si, l'ho copiato tutto io XD)
Eccolooooo **:
ALLA FINE
Alenor guardò la foresta ai suoi piedi. È la fine, pensò.
Era punteggiata da miriadi di piccoli fuochi. Nonostante avesse speso tutto il giorno a combattere, i nemici erano ancora così tanti …
Era rimasto solo lui a guardia di quel luogo. Gli alleati erano morti, o si erano dati alla fuga. Oltre il picco, il fiume.
“Tre giorni, ci servono tre giorni per approntare le difese. Puoi darci tre giorni?” gli avevano detto. E lui aveva semplicemente annuito, perché combattere era l’unica cosa che sapesse fare, e quel luogo oltre il fiume era tutto ciò che amava.
Un vago chiarore si intravedeva a est.
L’alba del terzo giorno, l’ultimo.
Alenor si strinse le bende sulla ferita.
Erano di nuovo sporche di sangue.
Sentì su di se lo sguardo giallo di Izar, indecifrabile. Il suo drago, rosso come il sangue, terribile come la morte.
“Puoi andartene se vuoi” disse secco Alenor. “E’ me che vogliono. Ormai è una sfida tra me e loro, e in ogni caso, per me non c’è niente da fare” e si guardò la ferita. “Ma tu … tu hai ancora una lunga vita davanti a te.”
Il drago si riscosse. Alenor chiuse gli occhi. Si rivide ragazzo, ancora semplice scudiero, ad accudire l’uovo da cui Izar era nato.
Vide un giovane drago e un guerriero adolescente, e poi l’età adulta, le avventure, gli errori, persino. Sentì le ali del drago battere al vento.
“Finisce qui. Non ci sarà mai più un noi e qui, su questo picco, morirò da solo.”
Non sentì però lo spostamento d’aria, e percepì invece il respiro pesante del drago.
Aprì gli occhi. Izar era ancora lì, in piedi, maestoso davanti a lui. E lo guardava con decisione. Alenor sapeva cosa significava quello sguardo, e il cuore non poté fare a meno di battere più forte.
“Morirai.”
“Non ha importanza, se sarà al tuo fianco.”
Alenor sorrise con tristezza, ma, in fondo al cuore, sentiva una felicità quieta.
Passò una mano sul muso del suo compagno di sempre. Appoggiò la fronte sulle sue squame, assorbì la sua forza.
L’alba era prossima.
“Per l’ultima volta. Insieme” e si predispose all’ultima battaglia.